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venerdì 16 marzo 2012

Scheda di valutazione del libro "Manifesto per la metropoli Nordest" di Gigi Copiello

GENERE: saggio simpatico-socio-economico
1° CAPITOLO: "FORESTI A CASA PROPRIA"
L'autore si ispira ad alcuni racconti tratti da "Le città invisibili di I. Calvino", ad esempio Cecilia, dalla quale "non si arriva ad uscire" perché città infinita, come il nordest, zona metropolitana priva di una vera metropoli, dove a macchia d'olio si è costruito, cementificato, asfaltato, ed è diventato Pentesilea, periferia di se stessa, "zuppa di città diliuita nella pianura". Milioni di formiche in perenne lavoro hanno costruito la propria abitazione, fabbrichetta, negozio... Il resto del paese ha cominciato ad interessarsi a questa terra, miracolosa, al "modello veneto".
2° CAPITOLO "PRIMERO MUNDO?"
In quale fascia si colloca il nordest rispetto al resto del mondo? Nelle carte che contano non c'è. I giovani che ci abitano hanno cominciato ad andarsene per studio o per lavoro.
3° CAPITOLO "ARRIVI E PARTENZE"
Il nordest è terra di arrivi dai paesi poveri; questi immigrati assomigliano al prototipo del nordestino: lavorano tanto, risparmiano, costruiscono casa, si mettono in proprio. E noi siamo tolleranti, perché siamo (diventati) dispersi e slegati, tutti "foresti". Anche noi partiamo, ma per motivi diversi: o per studio, o per ricerca, perché siamo bravi, ma apprezzati soprattutto all'estero. Nordest terra metropolitana? No! Non ci sono infrastrutture degne, non ci sono nodi, una rete a purè, un turismo mordi e fuggi; non attiriamo a vivere, solo a visitare.
4° CAPITOLO "DECLINO DELLA POLITICA?"
Le cause della crisi del nordest sono:
  • l'egemonia culturale e politica dell'impresa, “tutti sognavano di mettersi in proprio, e lo facevano”;
  • i politici della prima repubblica, con tangenti e tempo hanno aiutato il miracolo nordest; gli attuali non hanno alcun progetto, un ceto politico senza classe, con partiti che nascono e scompaiono...;
  • l'impresa nordest lavora per i consumi finali; ma adesso la concorrenza è spietata, e l'industria entra in crisi; chi ha sfondato? Diesel e Dainese, che non hanno fabbriche, ma idee di prodotti innovativi. Parola d'ordine: svecchiare le competenze;
  • il policentrismo del nordest è una frammentazione territoriale senza una capitale
5° CAPITOLO "DECOLLO? CON LA POLITICA"
Siamo già periferia, senza appello? Aurea mediocritas? Non è detto perché assistiamo a terzi mondi che emergono, tecnologie disponibili in tempo reale per tutti; esiste un "distruzione creativa in presenza di una grande politica", come è stata la DC. E gli imprenditori devono finanziare alta politica, ricerca e formazione. E la politica far largo ai giovani.


6° CAPITOLO "METROPOLI CITTÁ INFINITA"
Una volta ogni spazio era un luogo, con lingua e cultura propri. Oggi la vita è chiusa in un appartamento, virtualmente collegata ovunque. La metropoli ha omogeneizzato lo spazio e il tempo che una volta caratterizzavano la città, e la dimensione "comune", cioè politica. In questo l'individuo è diventato finalmente libero, ma anche estraneo. Esistono ancora metropoli vivibili (che hanno smesso di crescere), e altre mostruose, degradate. Anche il nordest rischia di diventare una zona metropolitana mostruosa, senza peraltro essere vera metropoli, ma ancora e sempre periferia. Il policentrismo è la bestia nera di questo livellamento che tutto distrugge spappolandolo.


7° CAPITOLO "OPPURE...VENEZIA"
Il nordest è una metropoli policentrica, che ha le sue radici nella grande storia di Venezia, città non d'acqua, non di terra, ma di nodi, di relazioni, di conflitti... che ha creato gioielli urbanistici unici al mondo, e basi industriali fondamentali. Una non metropoli di 7 milioni di abitanti, con molti poli: un polinmetro, per cui possiamo soccombere e diventare periferia, oppure potenziare i poli, e diventare una realtà unica al mondo, che produce il meglio. Possiamo farcela perché l'eccellenza abita qui, ma non la dobbiamo svilire con copie mediocri di tutto, a cominciare dalla prolificazione spappolata di tutto: l'università, musei, turismo...


8° CAPITOLO "POLINMETRO E TORRI"
Il policentrismo, che è stato il nemico della grande livellatrice urbana, è stata la nostra salvezza. Ma oggi è il nostro tallone d'Achille, perché abbiamo perso tempo e posizioni di potere, che sono emigrate altrove, in Italia e all'estero. Dobbiamo evitare di precipitare in una città infinita, per creare centri (torri) specialistici, nodi di specializzazione e potere; evitare ancora gli infiniti particolarismi e faziosità, che distruggono, e avvantaggiano gli altri; dobbiamo creare qui il centro decisionale, e delocalizzare il lavoro basso. Com'è possibile? Grazie ad una nuova grande stagione politica, che anticipi, unifichi il nordest (Veneto, Friuli, Trentino), i policentri, le rappresentanze, le reti con i poli, valorizzando la tradizione dove è nata ed è radicata. Ed è necessaria una buona logistica, una rete metropolitana che unisca i nostri poli d'eccellenza. Prendiamo esempio dal Nordovest.


1979
La ruota della fortuna ha girato, e se vogliamo continuare a "giocare", “contare” dobbiamo inventarci un nuovo giro, che sarà sostenuto dal gran capitale sociale del nordest. Ancora una volta.

(Gigi Copiello, Manifesto per la metropoli nordest, Marsilio, 2007)
Annalaura Santon

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